Ocular surface disease and laryngo-pharyngeal reflux: new physiopathogenetic hypotheses
First Author: : P.Marino Co Author(s): : D. Passali A. Balestrazzi V. Damiani D. Mazzacane Abstract Details Purpose: Ocular surface disease (OSD) is a pathology due to two physiopathogenetic mechanisms: the reduced production and / or iper evaporation of the tears film with increased osmolarity and consequent inflammation of the anterior surface of the eye For this reason the current therapy is represented by artificial tears, surface stabilizers, anti-inflammatory drugs. Using two validated diagnostic tools: the ocular surface disease index (OSDI) and the reflux simptoms index (RSI), which application is also possible in basic outpatients environments, we have evaluated the possible existence of a physiopathogenetic correlation between OSD and laryngo-pharingeal reflux (LPR). Setting: The study took place in the territorial eye clinics of the Italian health service which are characterized by a high flow of users and a low-tech instrumental kit, involving 19 experimenters spread homogeneously in Piedmont, Lombardy, Veneto, Lazio, Emilia Romagna, Campania, Calabria and Sicily. Methods: Patients of both sexes, pertaining sequentially to the territorial eye clinics, in the presence of signs and / or symptoms related to suspected tear dysfunction syndrome, underwent Ocular Surface Desease Index and Reflux Symptom Index administration. Results: The present study analysed 290 patients, subdivided in two sub-groups on the basis of the RSI score: normal RSI: < 13, and abnormal RSI: > 13. RSI negative group consisted of 189 (65.2%) subjects; RSI positive group consisted of 101 (34.8%) subjects. The OSDI outcomes were analysed considering both the 3 individual items, such as ocular symptoms, vision-related function, and environmental triggers, and the global score. Noteworthy, all single items and global scores were significantly higher in patients with abnormal RSI (p<0.0001, each comparison). A moderate (r = 0.58) correlation between total OSDI score and RSI scores was detected. Conclusions: Current study showed that LPR may be common in patients with OSD (34% of patients in our sample) and an OSDI score > 42 may be predictive for positive RSI. For this reason it would be desirable to include in the flow chart management of severe OSD, the investigation and the therapy of the eventual LPR.
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Attraverso una serie di esperimenti su oltre 350 bambini è emerso come la percezione dei bambini con dislessia sia, per alcuni aspetti, opposta ai bambini con sviluppo tipico. Se normalmente il mondo circostante viene percepito prima per le sue caratteristiche globali (le forme grossolane), utilizzando l’emisfero destro del nostro cervello e successivamente per le caratteristiche locali (i dettagli) grazie al nostro emisfero sinistro, le persone con dislessia mostrano una precedenza per la percezione locale su quella globale.
La dislessia è un disturbo specifico della lettura che colpisce una grande parte della popolazione e rappresenta il disturbo neuroevolutivo più comune, per le possibili conseguenze a livello scolastico, lavorativo e sociale, può provocare problemi di vario tipo ai bambini che ne sono affetti e divenire un costo per le famiglie, le scuole e la società. Questo quanto emerge da uno studio condotto da un team di giovani ricercatori e pubblicato in questi giorni sulla rivista Scientific Reports. Il team, coordinato da Andrea Facoetti (laboratorio di Neuroscienze cognitive dello sviluppo, del dipartimento di Psicologia generale dell’università di Padova) e Simone Gori (dipartimento di Scienze umane e sociali, dell’università di Bergamo) entrambi consulenti scientifici dell’Irccs “Eugenio Medea” di Bosisio Parini (Lecco), e guidato da Sandro Franceschini (università di Padova), è composto anche da Sara Bertoni (università di Padova) e da Tiziana Gianesini (associazione Sindrome di Down, Verona). “Il nostro team – dice Sandro Franceschini – ha scoperto che nei bambini con dislessia la percezione locale precede quella globale e che se vengono utilizzati trattamenti riabilitativi di tipo visivo, uno dei quali basato su alcuni specifici tipi di video giochi si riesce a migliorare le abilità di lettura nei bambini con dislessia modificando la loro percezione, portando le informazioni globali a precedere quelle locali. Quindi, non solo il nostro studio evidenzia una peculiarità che prima non era nota negli individui con dislessia, ma propone anche dei trattamenti che si sono già dimostrati efficaci per contrastare il problema”. “Infine un dato estremamente importante che emerge da questo studio – spiega Andrea Facoetti – è il legame causale che emerge dallo studio longitudinale fra questa percezione alterata e lo sviluppo della dislessia. Dimostriamo infatti che i bambini che presentano questa peculiare modalità percettiva prima di imparare a leggere, durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia, sono gli stessi bambini che svilupperanno difficoltà di lettura durante la scuola elementare. L’insieme dei risultati ottenuti sfida il concetto di dislessia come un problema esclusivo dell’emisfero sinistro evidenziando come una disfunzione dell’emisfero destro sia una delle cause del disturbo specifico di lettura». Questa scoperta cambia completamente lo scenario degli attuali programmi di riabilitazione della dislessia che si è sempre concentrata su aspetti esclusivamente linguistici, mostrando come gli aspetti percettivi sono almeno di eguale importanza e apre la strada a possibili programmi di prevenzione attivabili prima dell’apprendimento della lettura Tratto da: ibolive.unipd.it |